Un momento di profonda condivisione e dialogo tra le confessioni cristiane per un progetto che unisce nella Parola |
Una sala gremita, un’atmosfera di ascolto e confronto fraterno, e una novità editoriale destinata a lasciare il segno nel panorama culturale italiano: è stata presentata anche a Firenze, presso il Teatro La Fiaba, la Traduzione Letteraria Ecumenica (TLE) del Nuovo Testamento, prima versione italiana realizzata con il contributo congiunto di ben 18 denominazioni cristiane. L’evento, promosso dalla Società Biblica in Italia (SBI) in collaborazione con Biblia – Associazione laica di cultura biblica, ha visto la partecipazione di autorevoli rappresentanti delle chiese, del mondo accademico e del dialogo interreligioso. Ha aperto i lavori il pastore Luca Maria Negro, segretario generale della SBI, con un riferimento alla Lettera ai Colossesi: “La Parola di Cristo dimori abbondantemente tra voi”, sottolineando come la TLE rappresenti “uno strumento prezioso per mettere in pratica questa inabitazione abbondante tra noi, cristiani di diverse tradizioni, oggi più che mai chiamati alla fraternità”. Don Luca Mazzinghi, presidente della SBI e docente alla Pontificia Università Gregoriana, ha ricordato che “tradurre è un lavoro che non finisce mai, ma questa TLE ci permette di riprendere il cammino ecumenico rispettando le differenze, partendo da un testo condiviso”. Il prof. Mazzinghi ha evidenziato il carattere culturale e spirituale della Bibbia, che “appartiene a tutti e può ancora parlare in modo incisivo alla nostra società”. Cuore pulsante del progetto, Mario Cignoni, coordinatore della traduzione del Nuovo Testamento TLE e ora presidente onorario della SBI, ha ripercorso con emozione le tappe di un cammino iniziato nel 1999: “Questa è una versione nuova, cristiana ma non confessionale: un segno di fraternità, unità e pace per far conoscere, tutti insieme, Cristo così come è presentato dagli scritti del Nuovo Testamento”. Cignoni ha illustrato alcune scelte terminologiche che aprono nuove prospettive di fede e comprensione, come la resa del verbo greco metanoeite con “convertitevi”, in luogo dei tradizionali “fate penitenza” o “ravvedetevi”: “Una sola parola può cambiare un intero sguardo sul Vangelo”. Grande apprezzamento è giunto anche da mons. Gherardo Gambelli, arcivescovo di Firenze, che ha salutato l’iniziativa come “un segno concreto di cammino comune”, auspicando che “la versione del Padre Nostro, così come proposto nella TLE, possa diventare strumento di preghiera ecumenica, soprattutto nei momenti di incontro tra le chiese”. L’Arcivescovo ha infine espresso la sua speranza “che il lavoro prosegua con la traduzione dell’Antico Testamento, per portare frutti al cammino ecumenico e, più in generale, per sostenere la speranza del nostro mondo”. Anche il pastore Alessandro Spanu, presidente dell’Unione Battista, e S. E. Dionysios di Kotyeon, vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia, hanno assicurato il sostegno rispettivamente delle chiese evangeliche e ortodosse in Italia al progetto. Il prof. Piero Stefani, presidente di Biblia, ha insistito sull’importanza del lavoro di traduzione, che deve sforzarsi di essere al tempo stesso comprensibile e fedele all’originale. Il successo dell’appuntamento fiorentino testimonia la sete di strumenti condivisi, inclusivi e rigorosi con cui affrontare oggi lo studio, la lettura e l’annuncio della Scrittura. Un passo significativo è stato compiuto: il cammino ecumenico, attraverso le parole del Vangelo, continua nell’attesa che venga presto avviato il progetto di traduzione condivisa dell’Antico Testamento. |



